NEWS LAKERS 29/02/08
2 partecipanti
Pagina 1 di 1
NEWS LAKERS 29/02/08
Los Angeles Lakers-Miami Heat 106-88
Jordan Farmar aggiorna il suo career-high contro la derelitta formazione allenata da Pat Riley, e non c’è nemmeno bisogno che Kobe faccia gli straordinari, anche se il numero 24 si è concesso lo sfizio di mostrare il ditone alla Mutombo dopo una stoppata (12 "blocks" di squadra per i Lakers) su Shawn Marion.
Gara sostanzialmente chiusa nel primo tempo (53-41), viste le attuali risorse tecniche e caratteriali degli Heat), che dopo aver toccato il -17 (tripla di Farmar, 81-64 a 9'06" dalla fine) sono rientrati a -9 con un gioco da 4 punti di Dwyane Wade (95-86 con 2'39" sul cronometro) ma non hanno mai dato l’impressione di poter inquietare i padroni di casa, che hanno dominato anche fisicamente (55-40 a rimbalzo con 4 uomini oltre i 10 catturati).
LA Lakers: Farmar 24 (5/6, 4/, Bryant 21, Odom e Gasol 13, Vujacic 12. Rimbalzi: Turiaf 12. Assist: Bryant 8.
Miami: Wade 18 (4/14, 2/3, 4/7 tl), Davis 14, Marion e Banks 13, Blount 12. Rimbalzi: Marion 11. Assist: Davis 9.
Jordan Farmar aggiorna il suo career-high contro la derelitta formazione allenata da Pat Riley, e non c’è nemmeno bisogno che Kobe faccia gli straordinari, anche se il numero 24 si è concesso lo sfizio di mostrare il ditone alla Mutombo dopo una stoppata (12 "blocks" di squadra per i Lakers) su Shawn Marion.
Gara sostanzialmente chiusa nel primo tempo (53-41), viste le attuali risorse tecniche e caratteriali degli Heat), che dopo aver toccato il -17 (tripla di Farmar, 81-64 a 9'06" dalla fine) sono rientrati a -9 con un gioco da 4 punti di Dwyane Wade (95-86 con 2'39" sul cronometro) ma non hanno mai dato l’impressione di poter inquietare i padroni di casa, che hanno dominato anche fisicamente (55-40 a rimbalzo con 4 uomini oltre i 10 catturati).
LA Lakers: Farmar 24 (5/6, 4/, Bryant 21, Odom e Gasol 13, Vujacic 12. Rimbalzi: Turiaf 12. Assist: Bryant 8.
Miami: Wade 18 (4/14, 2/3, 4/7 tl), Davis 14, Marion e Banks 13, Blount 12. Rimbalzi: Marion 11. Assist: Davis 9.
Re: NEWS LAKERS 29/02/08
Duncan: le primarie texane sono sue
Di Junio C. Murgia - 29/02/2008 in Regular Season
In attesa delle primarie che il prossimo 5 marzo nello stato dei Bush consacreranno i duellanti per la Casa Bianca, anche il Texas cestistico mostra un gustoso antipasto della lunga strada verso l’anello con la sfida tra i due storici rivali: San Antonio Spurs e Dallas Mavericks. La spunta il candidato presidenziale più autorevole ed esperto, Tim Duncan, che trascina gli Spurs alla settima vittoria consecutiva con la flemma del leader di lungo corso: passo felpato e pugno di ferro.
A giudicare dalla vittoria degli speroni ( 97-94), giunta al termine di un match intenso ed equilibrato, la sensazione è che qualora Popovych e Avery Johnson dovessero incrociarsi a maggio ci sarebbe un’altra serie tirata e spettacolare come quella che nel 2006 Nowitzki regalò a Dallas all’overtime di gara-7. Duncan ha trovato una serata particolarmente isprata: 31 punti e 15 rimbalzi, e gli elogi di coach Pop che lo ha definito "spina dorsale" degli Spurs. Proprio il caraibico ha messo in freezer la vitoria, quando sul 94-94 a 34" dalla sirena ha subito fallo da Dampier e con due tiri liberi ha portato avanti i suoi, per poi vestire i panni di Ministro della Difesa e dirigere magistralmente il contenimento dei tentativi di WunderDirk e Jason Terry ( quest’ultimo stoppato da Bowen) di portare la contesa all’ennesimo supplementare. Il tiro libero di Michael Finley a 0"4 dalla fine è servito solo alle statistiche. Proprio il grande ex era stato decisivo nel terzo quarto, quando una sua serie di triple aveva prontamente bloccato l’illusoria fuga dei Mavericks ( che si erano issati sul + 10). Con questo successo San Antonio è più che mai lanciata all’inseguimento dei LA Lakers in testa alla Western Conference: i losangelini ieri non hanno avuto problemi a liquidare Miami (106-88), trascinati da Bryant e da un sempre più positivo Jordan Farmar.
Se gli Spurs giocano a memoria, il test dell’ AT& T Center è servito a Dallas per testare nella cornice più idonea i nuovi equilibri griffati Kidd. L’ex idolo dell’Izod Centre ha duellato non tanto con lo storico nemico Tony Parker, quanto con Ginobili: Avery gli ha chiesto sovente di utilizzare le sue indiscusse doti difensive per arginare il Manu formato MVP di queste lune, e l’esperimento è parzialmente riuscito. Potrà essere un fattore chiave nella post-season, chissà. In fase offensiva, Kidd si è distinto per una veloce circolazione di palla e passaggi affilati come rasoi che hanno offerto comodi tiri ai suoi compagni, e alcuni ottimi giochi con Brandon Bass (che ha chiuso con 16 punti). Non si capisce però perché Johnson abbia tenuto Kidd in panchina negli ultimi trenta secondi ( peraltro con approvazione dello stesso Kidd). Jason è arrivato per porre il sigillo della leadership in Texas: quali migliore occasione di un finale punto a punto con gli Spurs?
Chi Jason Kidd non lo rimpiangerà è il pubblico dei New Jersey Nets che ha acclamato il suo ered nella vittoria di ieri a East Rutherford contro Milwaukee 120-106. Devin Harris ha relizzato un sontuoso debutto ( 21 punti) con una regia felice, capace persino di rivitalizzare un Vince Carter che si è detto estasiato del nuovo compagno. Il futuro in New Jersey passerà dalle mani svelte e sicure di colui che dai giochi texani è sato sacrificato
Di Junio C. Murgia - 29/02/2008 in Regular Season
In attesa delle primarie che il prossimo 5 marzo nello stato dei Bush consacreranno i duellanti per la Casa Bianca, anche il Texas cestistico mostra un gustoso antipasto della lunga strada verso l’anello con la sfida tra i due storici rivali: San Antonio Spurs e Dallas Mavericks. La spunta il candidato presidenziale più autorevole ed esperto, Tim Duncan, che trascina gli Spurs alla settima vittoria consecutiva con la flemma del leader di lungo corso: passo felpato e pugno di ferro.
A giudicare dalla vittoria degli speroni ( 97-94), giunta al termine di un match intenso ed equilibrato, la sensazione è che qualora Popovych e Avery Johnson dovessero incrociarsi a maggio ci sarebbe un’altra serie tirata e spettacolare come quella che nel 2006 Nowitzki regalò a Dallas all’overtime di gara-7. Duncan ha trovato una serata particolarmente isprata: 31 punti e 15 rimbalzi, e gli elogi di coach Pop che lo ha definito "spina dorsale" degli Spurs. Proprio il caraibico ha messo in freezer la vitoria, quando sul 94-94 a 34" dalla sirena ha subito fallo da Dampier e con due tiri liberi ha portato avanti i suoi, per poi vestire i panni di Ministro della Difesa e dirigere magistralmente il contenimento dei tentativi di WunderDirk e Jason Terry ( quest’ultimo stoppato da Bowen) di portare la contesa all’ennesimo supplementare. Il tiro libero di Michael Finley a 0"4 dalla fine è servito solo alle statistiche. Proprio il grande ex era stato decisivo nel terzo quarto, quando una sua serie di triple aveva prontamente bloccato l’illusoria fuga dei Mavericks ( che si erano issati sul + 10). Con questo successo San Antonio è più che mai lanciata all’inseguimento dei LA Lakers in testa alla Western Conference: i losangelini ieri non hanno avuto problemi a liquidare Miami (106-88), trascinati da Bryant e da un sempre più positivo Jordan Farmar.
Se gli Spurs giocano a memoria, il test dell’ AT& T Center è servito a Dallas per testare nella cornice più idonea i nuovi equilibri griffati Kidd. L’ex idolo dell’Izod Centre ha duellato non tanto con lo storico nemico Tony Parker, quanto con Ginobili: Avery gli ha chiesto sovente di utilizzare le sue indiscusse doti difensive per arginare il Manu formato MVP di queste lune, e l’esperimento è parzialmente riuscito. Potrà essere un fattore chiave nella post-season, chissà. In fase offensiva, Kidd si è distinto per una veloce circolazione di palla e passaggi affilati come rasoi che hanno offerto comodi tiri ai suoi compagni, e alcuni ottimi giochi con Brandon Bass (che ha chiuso con 16 punti). Non si capisce però perché Johnson abbia tenuto Kidd in panchina negli ultimi trenta secondi ( peraltro con approvazione dello stesso Kidd). Jason è arrivato per porre il sigillo della leadership in Texas: quali migliore occasione di un finale punto a punto con gli Spurs?
Chi Jason Kidd non lo rimpiangerà è il pubblico dei New Jersey Nets che ha acclamato il suo ered nella vittoria di ieri a East Rutherford contro Milwaukee 120-106. Devin Harris ha relizzato un sontuoso debutto ( 21 punti) con una regia felice, capace persino di rivitalizzare un Vince Carter che si è detto estasiato del nuovo compagno. Il futuro in New Jersey passerà dalle mani svelte e sicure di colui che dai giochi texani è sato sacrificato
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.